Dal 1° luglio tranne che per la filiera della moda: una decisione maturata in un contesto caratterizzato dal pressing dei sindacati, sostenuto da alcuni partiti della maggioranza, contro blocchi limitati.
Sblocco dei licenziamenti per l’industria manifatturiera ed edilizia con l’eccezione per il tessile e i settori ad esso collegati (calzaturiero, moda): è questo, a quanto si apprende a Palazzo Chigi, uno dei punti sui quali è stato trovato l’accordo nel corso della Cabina di regia presieduta dal Presidente del Consiglio Draghi, alla quale hanno partecipato i ministri Brunetta, Orlando, Giorgetti, Speranza, Bonetti, Franco, Patuanelli. Contestualmente le aziende di quei settori potranno fruire della CIG gratuita.
Ancora una volta il presidente del Consiglio Mario Draghi è stato chiamato a mettere in campo una non facile mediazione tra le forze politiche che sostengono il governo.
Nel pomeriggio si è tenuta a Palazzo Chigi la cabina di regia, quella sorta di “camera di compensazione” delle divisioni all’interno della maggioranza, che in un esecutivo di larghe intese assume un ruolo strategico. Hanno partecipato, oltre al premier, i capidelegazione dei partiti. L’obiettivo era trovare una mediazione, così da portare mercoledì 30 sul tavolo del Consiglio dei ministri un nuovo decreto legge “ponte” (l’approvazione del decreto Sostegni bis, prevista nella seconda metà di luglio, avrebbe richiesto troppo tempo considerando la scadenza del primo del mese). Tra i temi sul tavolo della riunione della cabina di regia, potrebbe esserci anche quello della giustizia, visto che il presidente del Consiglio la settimana scorsa ha annunciato che la riforma sarebbe arrivata a giorni in Cdm.
Verso un consiglio dei ministri il 30 giugno, dunque, proprio il giorno in cui scadrà il blocco generalizzato. Una decisione che maturerà in un contesto caratterizzato dal pressing dei sindacati, sostenuto da alcuni partiti della maggioranza, contro blocchi limitati. Nel fine settimana sono scesi in piazza, mettendo in evidenza che lo sblocco dei licenziamenti potrebbe innescare una «bomba sociale». Un rischio «effettivo», ha riconosciuto il ministro del Lavoro Andrea Orlando (Pd) che lavora ad ampliare i settori nei confronti dei quali allungare il blocco. «Interverremo in tempo», ha assicurato.
La Lega ha sottolineato la necessità di tutelare il comparto moda, mentre i dem hanno spinto tra le proposte di modifica al dl Sostegni bis proprio sulla selettività, chiedendo di equiparare le imprese «dell’industria tessile, della fabbricazione di articoli in pelle e simili, della confezione di articoli di abbigliamento e confezione di articoli in pelle e pelliccia» alla normativa sulle Pmi, per le quali i licenziamenti restano fermi fino al 31 ottobre insieme alla contemporanea possibilità di ricorso alla cassa Covid.
I Cinque Stelle finora non hanno espresso una posizione precisa, anche per il braccio di ferro che vede impegnati in queste ore Beppe Grillo e Giuseppe Conte per definire la nuova organizzazione del Movimento (nel pomeriggio l’ex presidente del Consiglio interverrà in conferenza stampa per chiarire se intende porsi alla guida dei Cinque Stelle o abbandonare questa prospettiva). Ma i 5 stelle sui temi del lavoro – spiegano fonti pentastellate – non vogliono rimanere a guardare e sicuramente diranno la loro prima che il governo prenda qualsiasi decisione.