A fronte della pandemia, solo il fatturato totale delle imprese mostra un lieve arretramento rispetto al 2019, pur non essendosi modificate in maniera significativa né l’operatività né la redditività del settore.
In deciso aumento, invece, il fatturato biotech delle imprese a capitale italiano specializzate nella R&S (ricerca e sviluppo) che cresce di oltre il 23%, ben al di sopra della media annua del 12,3% registrata fra il 2014 e il 2019.
Attraverso un sondaggio realizzato tra maggio e giugno 2021, rapporto che punta a mettere in luce l’impatto della pandemia sulle imprese del settore biotech, viene dimostrato che, nonostante le difficoltà, il settore è stato in grado di assorbire gli impatti della pandemia. La dimensione ridotta delle imprese e la vocazione all’export non hanno impedito alle imprese di affrontare le nuove condizioni, dimostrando resilienza e un buon grado di adattamento.
Circa il 70% ha dichiarato un fatturato stabile, se non in aumento. Per coloro che hanno assistito a una sua diminuzione si parla di perdite comprese tra il 20% e il 50% e si stima un rientro dei volumi precedenti in circa un anno. La maggioranza delle aziende intervistate è tuttavia riuscita a organizzarsi contando sulle proprie riserve e in funzione del contesto. Per i dati inerenti l’occupazione, si rileva che questa è rimasta stabile e per alcune imprese si è registrato addirittura un aumento della forza lavoro.
Inoltre, la gran parte delle imprese è riuscita a salvaguardare la quota di attività aziendali destinate all’innovazione.
Importantissime saranno le decisioni inerenti l’utilizzo del fondi nazionali ed europei (com il Next Generation EU e al PNRR) messi a disposizione per la ripartenze. Sono state messe a disposizione risorse mai viste prima con un’attenzione delle Istituzioni e dell’opinione pubblica su diverse priorità.