L’argomento di cui tratterò oggi segue il filo logico di altri miei precedenti interventi in cui ho trattato un tema che io giudico fondamentale per lo sviluppo e la sopravvivenza stessa delle nostre piccole e medie imprese.
Mi riferisco al processo di innovazione digitale delle imprese.
Ebbene, il marketplace di cui tratterò oggi, rappresenta un metodo, accessibile anche alle imprese meno strutturate, di entrare nel mondo del commercio digitale.
Ma che cos’è il marketplace?
Un marketplace è un sito internet per la compravendita di un bene o un servizio.
In pratica, sotto uno stesso marchio (Amazon, Ebay, Subito.it ecc.), vengono vendute le merci di diversi produttori, venditori e aziende.
E’ come avere a disposizione un vero e proprio supermercato virtuale con tanti scaffali, diverse marche eun unico gestore.
Ovviamente, la scelta del gestore è molto importante in quanto i consumatori si orientano verso quelli ritenuti più affidabili (è la chiave del successo del colosso mondiale più famoso, Amazon).
I marketplace si possono distinguere in due categorie: i verticali, che si occupano di una sola tipologia di prodotto e gli orizzontali che invece trattano prodotti e servizi di diverso tipo (Amazon e Ebay per intenderci).
Un’altra classificazione che riguarda i marketplace riguarda i soggetti coinvolti:
Chiarito il significato del termine, vi voglio accennare ad un particolare tipo di marketplace, il cosiddetto marketplace locale che ha aiutato tanti piccoli commercianti a far fronte ai blocchi causati dal Covid.
Vediamo come ha funzionato: tanti piccoli negozi di prodotti per animali, panifici, fruttivendoli, salumerie, pescherie, gelaterie, edicole, pasticcerie, librerie, che spesso non hanno un sito internet, non hanno dimestichezza con la tecnologia, e nemmeno la possibilità di investire risorse per crearsi una propria piattaforma e-commerce si sono registrati su una piattaforma che è diventata una vera e propria vetrina digitale per tutti i prodotti che potevano essere consegnati a domicilio o ritirati in negozio nell’ambito del proprio quartiere.
Un’altra prova delle enormi potenzialità offerte dalla cosiddetta economia digitale