Nell’ambito delle politiche economiche italiane, una delle sfide più pressanti riguarda la gestione dei crediti fiscali derivanti dai bonus edilizi, che negli ultimi tempi hanno accumulato enormi quantità nei cassetti di imprese e banche. Tuttavia, sembra che una soluzione sia finalmente in vista, secondo quanto riportato da ItaliaOggi.
Il Ministero dell’Economia italiano sta considerando un approccio più proattivo nella gestione di questi crediti incagliati, superando il mero sondaggio sulla disponibilità delle proprie partecipate e dando loro una chiara direttiva per l’acquisto dei crediti fiscali. Questo movimento coinvolgerebbe alcune delle aziende più conosciute del paese, tra cui Enel, Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) e Poste Italiane. Nel frattempo, si sta lavorando anche per semplificare le restrizioni sulla trasformazione dei crediti incagliati in buoni del tesoro, al fine di stimolare ulteriormente l’economia.
Questa iniziativa sarebbe affiancata da una proroga dei lavori legati ai bonus edilizi, che dovrebbe essere l’ultima e si concentrerebbe principalmente sui condomini. L’obiettivo è far sì che gli interventi a cui hanno diritto con il 110% di detrazione fiscale si concludano entro il 31 dicembre. Inoltre, si sta valutando la possibilità di estendere la proroga in base a una percentuale di lavori effettivamente completati, ma questo punto è ancora oggetto di discussione. Si prevede che le villette siano escluse da questa proroga.
Tuttavia, va sottolineato che queste sono solo ipotesi e che la situazione sta evolvendo, con un’attenzione particolare alla valutazione dei costi reali del Superbonus. Gli esperti del dipartimento delle finanze e della ragioneria stanno attualmente analizzando i dati relativi alle frodi e ai crediti fiscali non utilizzati, così come l’impatto finale sul bilancio pubblico. Questo processo è cruciale in vista dell’adozione del documento di economia e finanza.
Al momento, nessuno ha una stima precisa del totale dei crediti fiscali incagliati delle imprese, ma si stima che sia intorno ai 30 miliardi di euro, una cifra generosamente al ribasso. Fino a oggi, è stata registrata una compensazione di soli 23,2 miliardi di euro tramite il modello F24, su un totale di 146,8 miliardi di euro di crediti fiscali non utilizzati, lasciando quindi un ampio margine di manovra.
Parallelamente all’azione del Ministero dell’Economia, alcuni governi regionali stanno spingendo per introdurre leggi regionali simili a quelle della Basilicata per consentire alle società partecipate di acquistare crediti fiscali edilizi, bypassando il divieto normativo di acquisto da parte degli enti locali. Inoltre, si sta discutendo se le società partecipate dello stato dovranno acquisire crediti fiscali solo dalle banche o se anche da alcune imprese.
Infine, in vista della prossima legge di bilancio, si sta considerando un possibile cambiamento di classificazione dei crediti edilizi, attualmente considerati non pagabili. Questo cambiamento potrebbe entrare in vigore dal 2024 e rifletterebbe il costo effettivo delle cessioni dei crediti nell’anno in cui vengono effettuate, anziché retroagire come nella classificazione attuale.
In conclusione, l’iniziativa del Ministero dell’Economia italiana rappresenta un passo importante nella gestione dei crediti incagliati dei bonus edilizi, cercando di sbloccare risorse finanziarie significative per sostenere il settore edilizio e stimolare l’economia nazionale. Tuttavia, è fondamentale continuare a monitorare gli sviluppi e adattare le strategie in base alla complessità della situazione finanziaria attuale.